Questo murale è stato realizzato de Mauro Podda nell’Ottobre del 2023. Un piroscafo in alto mare è in balia delle onde. L’opera rappresenta quella che fu la traversata di Gramsci quando arriva ad Ustica. A Ustica dove rimarrà poco più di un mese al confino subirà e sopporterà come un uomo di ottima salute che non era, tra l’altro, la traversata verso Ustica. A Causa la tempesta il piroscafo tentò 4 volte di attraccare nella piccola isola.
Scrive a Tatiana su quel viaggio: “il viaggio è stato interessantissimo e ricco di motivi diversi, da quelli shakespeariani a quelli farseschi: non so se potrò riuscire, per esempio, a ricostruire una scena notturna nel transito di Napoli, in un camerone immenso, ricchissimo di esemplari zoologici fantasmagorici; credo che solo la scena del becchino nell’Amleto possa eguagliarla. Il pezzo più difficile del viaggio è stata la traversata da Palermo a Ustica: abbiamo tentato quattro volte il passaggio e tre volte siamo dovuti rientrare nel porto di Palermo, perché il vaporetto non resisteva alla tempesta”.
English
This mural was created by Mauro Podda in October 2023. A steamer on the high seas is at the mercy of the waves. The work represents Gramsci ‘s crossing when he arrives in Ustica. In Ustica, where he will remain just over a month in exile, he will endure and endure like a man of excellent health, which he was not. Because of the storm, the steamer tried four times to dock on the small island.
He wrote to Tatiana about that voyage: ‘the voyage was very interesting and full of different motifs, from Shakespearian to farcical: I do not know if I will be able, for example, to reconstruct a night scene in the transit of Naples, in an immense chamber, full of phantasmagorical zoological specimens; I believe that only the scene of the gravedigger inHamlet can equal it. The most difficult part of the voyage was the crossing from Palermo to Ustica: we attempted the passage four times and three times we had to return to the port of Palermo because the vaporetto could not withstand the storm’.
lettera n° 4 : Ustica , 9 dicembre 1926 : a Tatiana
Carissima Tatiana,
sono arrivato a Ustica il 7 e il giorno 8 ho ricevuto la tua lettera del 3. Ti descriverò in altre lettere tutte le impressioni del mio viaggio, a mano a mano che i ricordi e le emozioni diverse si andranno ordinando nel cervello e che mi sarò riposato dalle fatiche e dalle insonnie. A parte le condizioni speciali in cui esso si è svolto (come puoi comprendere non è molto confortevole, anche per un uomo robusto, percorrere ore e ore di treno accelerato e di piroscafo, coi ferri ai polsi ed essendo legato a una catenella che ti impegna ai polsi dei vicini di viaggio), il viaggio è stato interessantissimo e ricco di motivi diversi, da quelli shakespeariani a quelli farseschi: non so se potrò riuscire, per esempio, a ricostruire una scena notturna nel transito di Napoli, in un camerone immenso, ricchissimo di esemplari zoologici fantasmagorici; credo che solo la scena del becchino nell’Amleto possa eguagliarla. Il pezzo più difficile del viaggio è stata la traversata da Palermo a Ustica: abbiamo tentato quattro volte il passaggio e tre volte siamo dovuti rientrare nel porto di Palermo, perché il vaporetto non resisteva alla tempesta. Tuttavia, sai che sono ingrassato in questo mese? Io stesso sono stupefatto di sentirmi così bene e di avere tanta fame: penso che tra 15 giorni, dopo che mi sarò riposato e avrò dormito sufficientemente, sarò completamente liberato da ogni traccia di emicrania e inizierò un periodo nuovissimo della mia esistenza molecolare. La mia impressione di Ustica è ottima sotto ogni punto di vista. L’isola è grande 8 chilometri quadrati e contiene una popolazione di circa 1300 abitanti, dei quali 600 coatti comuni, cioè criminali parecchie volte recidivi. La popolazione è cortesissima: noi siamo trattati da tutti con grande correttezza. Siamo assolutamente separati dai coatti comuni, la cui vita non saprei descriverti con brevi tratti: ricordi la novella di Kipling intitolata: Una strana cavalcata nel volume francese L’uomo che volle farsi re?. Mi è balzata di colpo alla memoria tanto mi sembrava di viverla. Finora siamo 15 amici, tra i quali il marito di Ortensia che ho avuto piacere di incontrare. La nostra vita è tranquillissima: siamo occupati a esplorare l’isola che permette di fare passeggiate abbastanza lunghe, di circa 9-10 chilometri, con paesaggi amenissimi e visioni di marine, di albe e di tramonti maravigliosi: ogni due giorni viene il vaporetto che ci porta notizie, giornali, e amici nuovi. Non siamo ancora tutti accomodati: ho dormito due notti in un camerone comune con altri amici: oggi mi rovo già in una cameretta d’albergo e forse domani o dopodomani andrò ad abitare una casetta che stanno ammobiliando per noi. Ustica è molto più graziosa di quanto appaia dalle cartoline illustrate che ti invierò: è una cittadina di tipo saraceno, pittoresca e piena di colore. Non puoi immaginare quanto io sia contento di girellare da un angolo all’altro del paese e dell’isola e di respirare l’aria del mare dopo questo mese di traduzioni da un carcere all’altro, ma specialmente dopo i 16 giorni di Regina Coeli passati nel più assoluto isolamento. Penso di diventare il campione usticese nel lancio del sasso a distanza, perché ho già battuto tutti gli amici. Ti scrivo un po’ balzelloni, così come mi viene, perché sono ancora un po’ stanco. Carissima Tatiana, non puoi immaginare la mia emozione quando a Regina Coeli ho vista la tua calligrafia sulla prima bottiglia di caffè ricevuta e ho letto il nome di Marietta; sono letteralmente ridiventato un bambino. Vedi, in questo tempo, sapendo con certezza che le mie lettere sarebbero state lette secondo le disposizioni carcerarie, mi è nato una specie di pudore: non oso scrivere intorno a certi sentimenti e se cerco di smorzarli per adeguarmi alla situazione, mi pare di fare il sacrestano. Perciò mi limiterò a scriverti alcune notizie sul mio soggiorno a R.C. in relazione a quanto tu mi domandi. Ho ricevuto la giacca di lana che mi è stata estremamente utile, e così le calze ecc. Avrei sofferto molto freddo senza di esse, perché sono partito col paltò leggero e, spesso al mattino prestissimo, quando [abbiamo] tentato la traversata Palermo-Ustica faceva un freddo cane. Ho ricevuto i piattini che mi è dispiaciuto lasciare a Roma, perché ho dovuto mettere tutto il mio bagaglio nella foderetta (che mi ha reso servizi inestimabili) ed ero sicuro di romperli. Non ho ricevuto il Cirio, né la cioccolata, né il pane di Spagna che erano proibiti: li ho visti segnati nella lista, ma con l’avvertenza che non potevano passare; così non ho avuto il bicchierino per il caffè, ma ho provveduto io costruendomi un servizio di mezza dozzina di gusci d’uovo montati superbamente su un piedestallo di mollica di pane. Ho visto che ti sei impressionata perché i pranzi erano quasi sempre freddi: niente di male, perché ho sempre mangiato, dopo i primi giorni, almeno il doppio di quanto mangiavo in trattoria e non ho mai sentito il più piccolo disturbo, mentre ho saputo che tutti i miei amici hanno avuto malesseri e hanno abusato di purganti. Vado convincendomi di essere molto più forte di quanto mai potessi credere, perché, a differenza di tutti,me la sono cavata con la semplice stanchezza. Ti assicuro che, eccettuate pochissime ore di tetraggine una sera che hanno tolto la luce dalle nostre celle, sono sempre stato allegrissimo; lo spiritello che mi porta a cogliere il lato comico e caricaturale di tutte le scene era sempre attivo in me e mi ha mantenuto giocondo nonostante tutto. Ho letto sempre, o quasi, riviste illustrate e giornali sportivi e mi stavo rifacendo una biblioteca. Qui ho stabilito questo programma: 1° starbene per stare sempre meglio di salute; 2° studiare la lingua tedesca e russa con metodo e continuità; 3° studiare economia e storia. Tra noi faremo della ginnastica razionale, ecc. ecc. Carissima Tatiana, se non ti avevo ancora scritto, non devi credere che ti abbia neppure per un minuto dimenticata e non abbia pensato a te; la tua espressione è esatta, perché ogni cosa che ricevevo e in cui vedevo in rilievo il segno delle tue care mani era più che un saluto, era anche una carezza affettuosa. Avrei voluto avere l’indirizzo della Marietta; forse vorrei scrivere anche alla Nilde: che te ne pare? Si ricorderà di me e gradirà un mio saluto? Scrivere e ricevere lettere è diventato per me uno dei momenti più intensi di vita. È necessario che in questi primi giorni, fino a sistemazione ultimata, ti dia degli incarichi di lavoro. Vorrei avere un sacco da viaggio che sia però sicuro come serratura o lucchetto: è migliore di ogni valigia o cassetta, nell’ipotesi non esclusa di ulteriori miei movimenti nelle isole o verso la terra ferma. Così avrei bisogno di tutte quelle piccole cose, come il rasoio di sicurezza con lamette di ricambio, le forbicine per le unghie, la limetta ecc. ecc. che servono sempre e che qui non sono in vendita; vorrei qualche tubetto di aspirina per il caso che i venti fortissimi mi diano flussioni ai denti. Per il vestito, il cappotto e la biancheria rimasta credo che tu farai bene. Mandami subito, se puoi, la grammatica tedesca e una grammatica russa; il dizionarietto ted. it. e it. ted. e qualche libro (Max und Moritz e la storia della letteratura it. Del Vossler, se riesci a scovarla tra i libri). Mandami quel volumone di articoli e studi sul risorgimento italiano che è intitolato, mi pare, Storia politica del secolo XIX e un libro intitolato: R. Ciasca, La formazione del programma dell’unità nazionale, o qualcosa di simile. D’altronde vedi tu stessa e decidi arbitralmente. Per questa volta, scrivi tu a Giulia: non riesco a vincere quel senso di pudore di cui ti ho parlato dianzi: sono rimasto molto felice di sapere le buone notizie su Delio e Giuliano; aspetto le fotografie. L’indirizzo da te usato è ottimo, come hai visto: qui la posta funziona semplicemente, perché io vado allo sportello a domandare come alle fermo in posta e a Ustica esiste un solo ufficio postale. A proposito dei telegrammi inviati, quello di Roma annunziante la mia partenza sapevo con quasi certezza sarebbe arrivato tardissimo ma volevo far sapere la notizia e non escludevo che potesse essere utile per un colloquio nel caso che il ricevente avesse saputo che era possibile venire fino alle II di notte. Di cinque partenti, il solo Molinelli, che ha viaggiato sempre con me, ha ricevuto la visita della moglie alle II precise: gli altri nulla. Carissima Tatiana, ti ho scritto un po’ confusamente. Credo che oggi, 10, il vaporetto non riuscirà a venire perché c’è stato tutta la notte un vento violentissimo, che non mi ha lasciato dormire, nonostante la morbidezza del letto e dei cuscini ai quali mi ero disabituato; è un vento che penetra da tutte le fessure del balcone, della finestra e delle porte con sibili e suoni di trombetta molto pittoreschi, ma alquanto irritanti. Scrivi a Giulia e dille che sto veramente bene, sotto tutti i punti di vista e che la mia permanenza qui, che del resto non credo sarà così lunga come l’ordinanza ha deciso, mi sradicherà dal corpo tutti i vecchi malanni: forse un periodo di riposo assoluto era proprio una necessità per me. T’abbraccio teneramente, carissima, perché abbraccio con te tutti i miei cari.
ANTONIO
Se la Nilde gradisce i miei saluti, inviami il suo indirizzo.
Info sull’autore
Mauro Podda. Nasce a Terralba il 29.07.1959. Mostra subito interesse verso l’arte e in particolare verso il disegno e la pittura. Nel 1983 prende il diploma geometra, ma è l’arte il suo principale interesse così dopo varie esperienze dal 1990 al 1996 lavora per l’emittente NOVA TV di Oristano come grafico, operatore e scenografo. Intanto tra le innumerevoli attività non abbandona la pittura che rimane sempre la sua passione. Fin da giovane, i suoi lavori pittorici spaziano tra surrealismo magico e realismo. Nella mostra 𝘌𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦 𝘧𝘢𝘯𝘨𝘰 del 2014 (Arte 52 – Museo del Territorio 𝘚𝘢 𝘊𝘰𝘳𝘰𝘯𝘢 𝘈𝘳𝘳𝘶𝘣𝘪𝘢), dedicata all’alluvione che colpì il terralbese nel 2013, emergono con forza l’attaccamento alla sua terra, ma anche l’impegno e la denuncia sociale. Nel 2019 partecipa alle manifestazioni di Matera Capitale Europea della Cultura e nel 2021, in collaborazione con la CMA di Oristano, realizza l’installazione in ceramica all’ingresso di Villaurbana. E’ autore di svariati murales in diversi paesi dell’Isola. A Gonnosnò dopo il murale del 2007 nel 2022 ne ha realizzati altri 5 tutti aventi come argomento la vita, l’opera e il pensero di Antonio Gramsci e nel 2023 altri 3
About the artist
Mauro Podda. Born in Terralba on 29.07.1959. He immediately showed interest in art and in particular in drawing and painting. In 1983 he graduated as a surveyor, but art was his main interest, so after various experiences from 1990 to 1996 he worked for the broadcaster NOVA TV in Oristano as a graphic designer, operator and set designer. In the meantime, among his countless activities, he did not abandon painting, which has always remained his passion. Since his youth, his pictorial works have ranged between magical surrealism and realism. In the 2014 exhibition 𝘌𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦 𝘧𝘢𝘯𝘨𝘰 (Arte 52 – Museo del Territorio 𝘚𝘢 𝘊𝘰𝘳𝘰𝘯𝘢 𝘈𝘳𝘳𝘶𝘣𝘪𝘢), dedicated to the floods that hit the Terralbese region in 2013, his attachment to his land emerges strongly, but also his social commitment and denunciation. In 2019, he participated in the events of Matera European Capital of Culture and in 2021, in collaboration with CMA of Oristano, he realised the ceramic installation at the entrance of Villaurbana. He is the author of several murals in various towns on the island. In Gonnosnò, after the 2007 mural in 2022, he created another 5 murals all on the life, work and thought of Antonio Gramsci and in 2023 another 3.