Quest’opera è stata realizzata nell’Ottobre del 2023. Un uomo seduto rimane fermo, immobile. Mentre fuori il mondo si muove e lui rimane indifferente ai cambiamenti che si trova davanti. L’artista per rappresentare il cambiamento e l’opposizione all’indifferenza raffigura un Gramsci che avanza con i suoi principi e ideali. In quest’opera l’artista si ispira all’articolo della Città Futura, numero unico curato da Gramsci l’11 febbraio del 1917, dal titolo Indifferenti. Gramsci offre un’analisi dei problemi dell’Italia dell’epoca per i quali propone una soluzione, come un medico che formula la diagnosi e suggerisce una terapia. In questo passaggio troviamo una dura critica agli indifferenti, coloro che scelgono di non agire e non pensano che la non azione produce conseguenze pari a quelle determinate dall’agire. Gramsci non è ancora l’intellettuale, la figura politica che poi diverrà. Ma nella scrittura ‘giovane’ – febbrile e contratta – di queste pagine ci sono già gli autori e i temi su cui tornerà a scrivere e a riflettere fino alla morte: Gaetano Salvemini, Benedetto Croce, il carattere di noi italiani, l’analfabetismo, l’insofferenza, la miseria e la ricchezza, la necessità di pensare una cultura per tutti, il mondo delle periferie, la società industriale. In breve il «Paese Italia» e la nazione italiana: le cose minute, i comportamenti, la retorica, i tic che si hanno, le parole che si usano, le consuetudini che caratterizzano la vita collettiva.
This work was realised in October 2023. A man sits still, motionless. While outside, the world moves and he remains indifferent to the changes in front of him. To represent change and opposition to indifference,the artist depicts an advancing Gramsci with his principles and ideals. In this work, the artist is inspired by the article in Future City, a single issue edited by Gramsci on 11 February 1917, entitled Indifferent. Gramsci offers an analysis of the problems of Italy at the time for which he proposes a solution, like a doctor who formulates a diagnosis and suggests a therapy. In this passage we find a harsh criticism of the indifferent, those who choose not to act and do not think that non-action produces consequences equal to those brought about by action. Gramsci is not yet the intellectual, the political figure he would later become. But in the ‘young’ – feverish and contracted – writing of these pages, there are already the authors and themes on which he would return to write and reflect until his death: Gaetano Salvemini, Benedetto Croce, the character of us Italians, illiteracy, intolerance, misery and wealth, the need to think of a culture for all, the world of the suburbs, industrial society. In short, ‘Paese Italia’ and the Italian nation: the minute things, the behaviour, the rhetoric, the tics one has, the words one uses, the customs that characterise collective life.
Indifferenti.
Odio gli indifferenti. Credo come Federico Hbbel che “vivere vuol dire essere partigiani” . Non possono esistere i solamente uomini, gli estranei alla citta. Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare. Indifferenza e abulia, e parassitismo, e vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. L’indifferenza e il peso morto della storia. È la palla di piombo per il novatore, e la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi piu splendenti, e la palude che recinge la vecchia citta e la difende meglio delle mura piu salde, meglio dei petti dei suoi guerrieri, perche inghiottisce nei suoi gorghi limosi gli assalitori, e li decima e li scora e qualche volta li fa desistere dall’impresa eroica. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. E’ la fatalità; e ciò su cui non si può contare; e ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; e la materia bruta che si ribella all’intelligenza e la strozza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, il possibile bene che un atto eroico (di valore universale) può generare, non e tanto dovuto all’iniziativa dei pochi che operano, quanto all’indifferenza, all’assenteismo dei molti. Ciò che avviene, non avviene tanto perché alcuni vogliono che avvenga, quanto perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia fare, lascia aggruppare i nodi che poi solo la spada potrà tagliare, lascia promulgare le leggi che poi solo la rivolta farà abrogare, lascia salire al potere gli uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. La fatalità che sembra dominare la storia non e altro appunto che apparenza illusoria di questa indifferenza, di questo assenteismo. Dei fatti maturano nell’ombra, poche mani, non sorvegliate da nessun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa. I destini di un’epoca sono manipolati a seconda delle visioni ristrette, degli scopi immediati, delle ambizioni e passioni personali di piccoli gruppi attivi, e la massa degli uomini ignora, perché non se ne preoccupa. Ma i fatti che hanno maturato vengono a sfociare; ma la tela tessuta nell’ombra arriva a compimento: e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto, del quale rimangono vittima tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. E questo ultimo si irrita, vorrebbe sottrarsi alle conseguenze, vorrebbe apparisse chiaro che egli non ha voluto, che egli non e responsabile. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi anch’io fatto il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, il mio consiglio, sarebbe successo ciò che e successo? Ma nessuno o pochi si fanno una colpa della loro indifferenza, del loro scetticismo, del non aver dato il loro braccio e la loro attività a quei gruppi di cittadini che, appunto per evitare quel tal male, combattevano, di procurare quel tal bene si proponevano. I piu di costoro, invece, ad avvenimenti compiuti, preferiscono parlare di fallimenti ideali, di programmi definitivamente crollati e di altre simili piacevolezze. Ricominciano cosi la loro assenza da ogni responsabilità. E non già che non vedano chiaro nelle cose, e che qualche volta non siano capaci di prospettare bellissime soluzioni dei problemi più urgenti, o di quelli che, pur richiedendo ampia preparazione e tempo, sono tuttavia altrettanto urgenti. Ma queste soluzioni rimangono bellissimamente infeconde, ma questo contributo alla vita collettiva non e animato da alcuna luce morale; e prodotto di curiosità intellettuale, non di pungente senso di una responsabilità storica che vuole tutti attivi nella vita, che non ammette agnosticismi e indifferenze di nessun genere. Odio gli indifferenti anche per ciò che mi da noia il loro piagnisteo di eterni innocenti. Domando conto ad ognuno di essi del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pieta, di non dover spartire con loro le mie lacrime. Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze virili della mia parte già pulsare l’attività della citta futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non e dovuta al caso, alla fatalità, ma e intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano nel sacrifizio; e colui che sta alla finestra, in agguato, voglia usufruire del poco bene che l’attività di pochi procura e sfoghi la sua delusione vituperando il sacrificato, lo svenato perché non e riuscito nel suo intento. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.
Info sull’autore
Mauro Podda. Nasce a Terralba il 29.07.1959. Mostra subito interesse verso l’arte e in particolare verso il disegno e la pittura. Nel 1983 prende il diploma geometra, ma è l’arte il suo principale interesse così dopo varie esperienze dal 1990 al 1996 lavora per l’emittente NOVA TV di Oristano come grafico, operatore e scenografo. Intanto tra le innumerevoli attività non abbandona la pittura che rimane sempre la sua passione. Fin da giovane, i suoi lavori pittorici spaziano tra surrealismo magico e realismo. Nella mostra 𝘌𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦 𝘧𝘢𝘯𝘨𝘰 del 2014 (Arte 52 – Museo del Territorio 𝘚𝘢 𝘊𝘰𝘳𝘰𝘯𝘢 𝘈𝘳𝘳𝘶𝘣𝘪𝘢), dedicata all’alluvione che colpì il terralbese nel 2013, emergono con forza l’attaccamento alla sua terra, ma anche l’impegno e la denuncia sociale. Nel 2019 partecipa alle manifestazioni di Matera Capitale Europea della Cultura e nel 2021, in collaborazione con la CMA di Oristano, realizza l’installazione in ceramica all’ingresso di Villaurbana. E’ autore di svariati murales in diversi paesi dell’Isola. A Gonnosnò dopo il murale del 2007 nel 2022 ne ha realizzati altri 5 tutti aventi come argomento la vita, l’opera e il pensero di Antonio Gramsci e nel 2023 altri 3.
About the artist
Mauro Podda. He was born in Terralba on 29.07.1959. He immediately showed interest in art and in particular in drawing and painting. In 1983 he obtained his diploma as a surveyor, but art was his main interest, so after various experiences from 1990 to 1996 he worked for the broadcaster NOVA TV in Oristano as a graphic designer, operator and set designer. In the meantime, among his countless activities, he did not abandon painting, which has always remained his passion. Since his youth, his pictorial works have ranged between magical surrealism and realism. In the 2014 exhibition 𝘌𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦 𝘧𝘢𝘯𝘨𝘰 (Arte 52 – Museo del Territorio 𝘚𝘢 𝘊𝘰𝘳𝘰𝘯𝘢 𝘈𝘳𝘳𝘶𝘣𝘪𝘢), dedicated to the floods that hit the Terralbese region in 2013, his attachment to his land emerges strongly, but also his social commitment and denunciation. In 2019, he participated in the events of Matera European Capital of Culture and in 2021, in collaboration with CMA of Oristano, he realised the ceramic installation at the entrance of Villaurbana. He is the author of several murals in various towns on the island. In Gonnosnò, after the 2007 mural in 2022, he created five more, all on the life, work and thought of Antonio Gramsci, and in 2023 three more.